Non è la prima volta che il Consiglio di Stato respinga il ricorso di una sala da gioco contro le ordinanze comunali confermando la sentenza del Tar. Questa volta è successo a Venezia.
Il CdS ha respinto l'istanza cautelare di una società contro il Comune di Venezia per la riforma della sentenza breve del Tar Veneto concernente domanda di annullamento provvedimento di chiusura di una sala giochi e della norma regolamentare comunale presupposta.I giudici inoltre ritengono rilevante "la circostanza di fatto evidenziata dalla difesa del Comune, circa la mancanza di distanza minima rispetto a due sedi scolastiche, che priva di fumus boni iuris la censura concernente il difetto di ragionevolezza del Regolamento".
Per i giudici non ci sono dubbi e sentenziano: "Pur essendo meritevole di approfondimento in diritto la questione interpretativa dell'art. 6 del Regolamento comunale, le circostanze di fatto esposte nella memoria del Comune appellato sulla soluzione di continuità tra le gestioni della sala giochi inducono a ritenere, allo stato, insussistente il requisito del fumus boni iuris", ossia manca il requisito necessario per ottenere la tutela cautelare.