"Il sindaco di Roma Capitale è fornito del potere di emanare l'ordinanza" che impone delle fasce orarie per accendere slot e videolottery. Lo afferma la seconda sezione del Tar Lazio, nella sentenza con cui respinge il ricorso intentato da una sala. Il Collegio ricorda che una "copiosa giurisprudenza ha riconosciuto al sindaco il potere di disciplinare gli orari", citando in particolare le sentenze della Corte Costituzionale sulle leggi sul gioco adottate dal Piemonte e dalla Puglia. Queste sentenze riconoscono poi che il potere del sindaco non interferisce con quello del Governo e delle amministrazioni centrali per la tutela dell’ordine e della sicurezza, "atteso che la competenza di questi ultimi ha ad oggetto rilevanti aspetti di pubblica sicurezza, mentre quella del sindaco concerne in senso lato gli interessi generali della comunità locale"
Il Tar respinge anche le tesi della sala, secondo cui l'ordinanza del sindaco non sarebbe sufficientemente motivata, e sarebbe sproporzionata rispetto agli obiettivi perseguiti. Nell’udienza di merito del 21 novembre scorso, alcune ricorrenti avevano sottolineato che i giocatori patologici in cura presso le strutture romane fossero lo 0,08% della popolazione complessiva. Il collegio, prima di tutto sottolinea che l'ordinanza, sebbene "in quanto atto generale, non soggiaccia all'obbligo di motivazione ex art. 3 della legge n. 241/1990”, contiene comunque “un puntuale riferimento alle esigenze di tutela della salute pubblica e del benessere individuale e collettivo dei cittadini". Per il Tar, Roma Capitale ha sciolto "un'attenta istruttoria". Dai dati forniti dai Ser. D. "emerge un aumento progressivo del numero di soggetti in carico ai servizi di cura per le dipendenze del Lazio e di Roma"; in particolare "l'andamento temporale dei pazienti in trattamento presso i Ser. D di Roma e del Lazio negli ultimi 6 anni (2012-2017) mostra un aumento progressivo delle presenze nei servizi di cura passato, a Roma, dagli 82 casi del 2012 ai 323 casi del 2017". E ancora, "il dato relativo ai primi mesi del 2018 (5 mesi) si rivela, a dir poco, preoccupante (218 casi)". Per il Tar, insomma, "è evidente il sensibile aumento di casi denunciati nella città di Roma che, nell’arco di 5 anni, si è quadruplicato". Senza contare che "i casi patologici di dipendenza dal gioco che sono emersi e che emergono rappresentano soltanto una minima parte di quelli complessivi: infatti la maggior parte delle volte essi rimangono sottaciuti, a volte neppure noti a parenti ed amici, per cui non risultano contabilizzati". Il Collegio conclude che l'ordinanza "ha una valenza fortemente preventiva, in quanto non mira solo a ridimensionare il fenomeno esistente (…) ma a evitare ulteriori casi (…), in particolare tra le fasce più giovani di utenti, come dimostra il fermo degli apparecchi disposto negli orari di uscita dalle scuole".