Il 27 luglio dell'anno scorso il Tribunale di Como aveva dichiarato fallito il Casinò di Campione d'Italia. Ma oggi la Corte d'Appello di Milano, che ha accolto l'istanza presentata da Comune e Banca Popolare di Sondrio, ha annullato la sentenza.
Secondo i magistrati dell'appello il Tribunale di Como ha violato il principio del contraddittorio nel procedimento che lo ha portato a dichiarare il fallimento del casinò. La casa da gioco infatti aveva presentato un'istanza di concordato preventivo in bianco, e la legge fallimentare prevede che il giudice prima di dichiararne l'inammissibilità debba obbligatoriamente sentire il debitore.
Al Casinò "è stato impedito di interloquire con concorrente violazione del principio di contraddittorio prima della dichiarazione di fallimento". Pertanto secondo la Corte d'appello "la procedura che ha condotto all’emissione del decreto" è nulla e deve "essere rinnovata restituendo al Casinò di Campione la possibilità di esercitare appieno tutte le prerogative consentite in via generale dall'ordinamento in pendenza del termine per la sua audizione fatto salvo il giudizio del tribunale sull'eventuale inammissibilità di domande nuove laddove possibili di tradursi in abuso del diritto". Audizione ritenuta dai giudici "indispensabile per la dichiarazione di fallimento". Passaggio che invece il Tribunale di Como ha omesso: "Il procedimento appare viziato per essere stata la parte privata della possibilità di esercitare appieno le sue difese". La questione torna quindi adesso al Tribunale di Como, perché "si pronunci sulle domande proposte".