Sono passati circa tre mesi, dal fatidico 1° Gennaio, data in cui è entrata in vigore la "Legge di Stabilità" ed ancora ci troviamo dinanzi ad un clima di confusione e smarrimento per i CTD.
Acogi, da sempre attenta anche ai bisogni degli operatori del gioco, è scesa in campo per raccogliere opinioni e testimonianze dirette di quelli che sono i veri protagonisti della "pseudo-sanatoria".
Alla domanda rivolta da Acogi ad alcuni titolari di CTD scelti a campione tra gli associati "Come giudica la manovra operata dal Governo in materia di gioco?", a gran voce, si ottiene una risposta univoca: "è un modo per ottenere liquidità nelle casse".
Molti si chiedono quale possa essere ad oggi il vantaggio per tutti quei CTD che con grande sforzo hanno aderito alla sanatoria in considerazione della circostanza per cui la maggior parte non lo ha fatto e nonostante ciò, lo Stato oltre a non recuperare quello che sperava, ha spianato la strada ad un mercato senza regole.
Grande sconforto quindi, sia per chi ha aderito, sia per chi non lo ha fatto: nessuno di questi titolari può dire oggi quale sarà il suo futuro e intanto che si faccia chiarezza, al danno economico si affianca il danno morale. "Danno", è questo il termine utilizzato da molti titolari, in quanto questa vicenda ha inciso sul normale svolgimento della loro vita lavorativa.
A ciò si aggiungono le incertezze derivanti della bozza della recentissima Delega Fiscale la cui stesura definitiva e approvazione arriverà probabilmente tra due settimane.
L'auspicio è che si possa avere il tanto perseguito riordino della normativa generale che disciplina il comparto giochi e che invece deve fare i conti con "normanti" che hanno come essenziale priorità quella di fare cassa.
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