Il mercato del gioco del Regno Unito rappresenta per l'Italia e per molti Paesi europei un punto di riferimento. La normativa con cui la Gran Bretagna ha permesso lo sviluppo del settore è stata per tutti un esempio di apertura all'iniziativa imprenditoriale privata e di rispetto della figura del consumatore-giocatore.
Eppure, se finora abbiamo pensato alla ludopatia come un fenomeno tutto italiano, e se fino ad oggi abbiamo sentito accusare a turno, ora l'industria del gioco ora lo Stato "biscazziere", possiamo ricrederci. E' accaduto anche nella patria della moderazione, dell'equilibrio, dell'autocontrollo, la Gran Bretagna.
L'accusa rivolta agli operatori del gioco, in particolare ai bookmakers, è quella di incoraggiare i giovani e le donne a giocare proponendo quote su reality show televisivi.
Un fatto che fa pensare perchè anche i nostri palinsesti televisivi, in piena stagione, propongono talent e reality show, e anche agli scommettitori italiani vengono proposte le "scommesse all'inglese", ossia quelle su eventi non sportivi. Secondo l'accusa il compito dei bookmaker è quello intraprendere operazioni idonee a scongiurare un reale rischio ludopatia da talent.
I rilievi che questa teoria suscitano sono diversi:
- i talent show hanno un tempo di programmazione ristretto e definito nel tempo e quindi la possibilità di scommettere è ridotta ad alcuni mesi, un arco temporale limitato per lo sviluppo di una vera dipendenza.
- pur avendo un pubblico prevalentemente femminile e giovanile, non è detto che tale target sia interessato a scommettere su tali manifestazioni televesive.
- la passione inglese per la scommessa è molto legata alle manifestazioni ippiche e sportive che godono di grande risonanza mediatica e altrettanto profondo trasporto culturale, quindi il rischio ludopatia non riguarderebbe solo i talent show.
- la scommessa è una modalità di gioco in cui la componente aleatoria è marginale rispetto all'abilità e alla competenza dello scommettitore nel proporre un pronostico.
La protezione dei minori e delle categorie predisposte al gioco patologico è sacrosanta, ma il rischio di incoraggiare misure limitative della libertà di impresa e di consumo, in questo caso è altissimo.
In Italia l'offerta di scommesse su eventi televisivi come i talent show è stata introdotta da poco e, secondo gli esperti, difficilmente potrà decollare fino a raggiungere cifre interessanti. Per gli italiani base della passione per le scommesse c'è sempre lo sport, ma anche il tifo sportivo, lo stesso di cui si preoccupano, forse troppo, i benpensanti inglesi.
La patria del betting riflette sui rischi del gioco patologico.
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