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L'amministratore di sostegno: la chance per il familiare non ludopatico


24 maggio 2016 | Redazione
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In uno scenario dominato da fotografie poco chiare sull'entità del fenomeno ludopatia e dai confini poco delineati tra problematicità e patologia, è doveroso attivarsi per ricercare delle possibili soluzioni al problema "dipendenza da gioco".

Per far fronte a questa emergenza nel nostro ordinamento giuridico è prevista la possibilità di fare ricorso al Tribunale territorialmente competente - presso l'Ufficio della volontaria Giurisdizione - a mezzo del quale richiedere un decreto di nomina di un Amministratore di sostegno del giocatore dedito al gioco.

L'incapacità di gestire il denaro unitamente ad altre scelte irrazionali che il giocatore compulsivo mette in atto sono gravi e precisi elementi sintomatici della necessità di un intervento immediato del familiare o altra persona vicina al fine di bloccare un circuito vizioso di danni personali, familiari, sociali ed in particolar modo lavorativi.

Gli strumenti di prevenzione costituiscono un importante realtà che, ancora oggi, resta nel cassetto tante volte per carenza di adeguate informazioni e altre per timore nei riguardi di una procedura che è solo diretta a sostenere soggetti che a causa della dipendenza propria o altrui hanno bisogno di aiuto.

L'ausilio che un amministratore di sostegno può fornire all’incapace e di cui può beneficiare la famiglia dello stesso non è di poco conto atteso il percorso di recupero e reinserimento sociale che solo soggetti “capaci” potranno garantire nell’interesse di tutto il nucleo familiare.

Lo scopo è evitare che i giocatori possano aggravare la loro esposizione debitoria e incrinare i rapporti familiari e lavorativi a causa del denaro mal gestito e comportamenti irresponsabili che purtroppo si riscontrano nel giocatore compulsivo.

Il consiglio di Acogi, in un percorso di prevenzione e recupero dei soggetti deboli, è ricorrere alla figura dell’amministratore di sostegno quale misura assolutamente adeguata per affrontare le difficoltà e i disagi conseguenti alla dipendenza senza sostanza perché l’amministrazione e la conservazione del patrimonio rappresentano gli unici strumenti a garanzia della realizzazione delle migliori condizioni esistenziali del beneficiario e di conseguenza delle persone che lo circondano.


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