"Cercavo, come potevo, di nascondere a tutti la verità, perché mi vergognavo, come se fosse colpa mia. A quel tempo non sapevo che, quando si vive con un giocatore d'azzardo, tutta la famiglia si ammala; non sapevo che gli effetti del gioco si riversano su tutti i componenti della famiglia e si fanno sentire anche dopo tanti anni (testimonianza anonima)".
Ogni essere umano, durante l'arco della propria vita, va alla ricerca di una relazione di coppia per riuscire a soddisfare un insieme di bisogni che riguardano alcuni ambiti: quello sociale che permette all'individuo nella relazione di coppia di assumere un ruolo riconosciuto dalla società; quello biologico che permette l'accoppiamento procreativo attraverso la sfera sessuale e di esprimere le emozioni negative (rabbia, rancore, risentimento); quello psichico che rinforza l'autostima e la formazione della propria identità attraverso l'interiorizzazione di “essere parte di...".
Ogni coppia costruisce attraverso uno spazio comune, un nucleo affettivo condiviso caratterizzato da ricordi, esperienze e vissuti: i partner, quindi, sperimentano la presenza di una zona di comune appartenenza abbandonando le loro individualità perché influenzati in maniera eccessiva dal comportamento dell'altro.
Le persone co-dipendenti hanno paura di perdere l'altro; aiutano gli altri invece che se stessi; sviluppano sensi di colpa per i comportamenti sbagliati dell'altro.
In una relazione di co-dipendenza vi è sempre la presenza di un partner problematico e se uno dei due ha un problema di gioco d'azzardo patologico è necessario riflettere con l'altro sulla sua eventuale condizione di co-dipendenza.
È importante utilizzare questo approccio con le partner donne, mogli, compagne, fidanzate di un giocatore perché la condizione di co-dipendenza sembra essere una prerogativa femminile; le donne affette dalla "sindrome della crocerossina" sempre più spesso si assumono compiti e responsabilità del partner per rendere vivibile la relazione e nel contempo avere la situazione sotto controllo.
I partner uomini, invece, di una giocatrice sembrano più capaci a proteggersi e allontanarsi dalla persona che gioca.
È necessario che le partner dei giocatori, quali soggetti più esposte al rischio co-dipendenza, si auto-esaminino al fine di valutare l'eventuale stato di sofferenza relazionale e attivare le opportune cautele comportamentali.
In presenza degli atteggiamenti sopra descritti, è importante riflettere confrontandosi con chi condivide il medesimo stato sino a maturare la consapevolezza che l'unica vita che si può controllare è la propria.
Il consiglio di Acogi: non esitate a chiedere aiuto e affrontate la situazione con un esperto che vi condurrà verso una realtà non più idealizzata ma vera prendendo atto che il presupposto fondamentale in una relazione di coppia è il percepirsi come tale senza perdere il senso della propria identità.
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