Il presidente di Acogi, Ugo Cifone, dopo aver studiato attentamente la sentenza emessa questa mattina dalla Corte di Giustizia Europea (CGE), ritiene "inconcludente" il risultato raggiunto dai giudici di Lussemburgo: "Se il Bando Monti - ha dichiarato Cifone - poteva rappresentare un consequenziale e ragionevole epilogo di una serie di conquiste giurisprudenziali susseguitesi in quindici anni di contenziosi, l'odierna pronuncia da parte della Corte di Lussemburgo è da ritenersi inconcludente". Secondo Cifone, quanto espresso dalla CGE, "non garantisce continuità e uniformità ai principi sanciti dalla stessa Curia e pare anzi aver fatto un passo indietro; non fornisce alcun contributo in chiave di riordino del sistema concessorio e autorizzatorio. Nella pronuncia i Giudici non hanno preso posizione su una delle questioni focali del rinvio pregiudiziale formulato dal Consiglio di Stato ovvero relativo al ripristino di quelle discriminazioni riconosciute con la Sentenza Costa-Cifone. La CGE - secondo il presidente di Acogi - si è limitata a motivare solo il quesito pregiudiziale relativo alla durata delle concessioni tralasciando gli altri quesiti oggetto di discriminazione".
"A tutto ciò si aggiunge - conclude Ugo Cifone - che l'odierna sentenza pronunciata dall'On.le Corte è anacronistica rispetto alla recentissima Legge di Stabilità entrata in vigore il 1° gennaio 2015 la quale, lungi dal perseguire gli obiettivi di interesse generale, nonché quello della lotta alla criminalità, viene approvata solo per puri motivi di cassa concedendo la possibilità ad un numero indeterminato di operatori di entrare nel mercato senza alcun controllo".