Continua a spaccarsi in due l'Italia, avvinghiata in un ginepraio legislativo sul gioco d'azzardo fatto di restrizioni, distanziometri, fasce orarie. Se da un lato c'è chi continua a protestare per i propri diritti di lavoratore sempre più a rischio (http://cifonenews.it/bologna-17-settembre-sit-in-gli-operatori-gioco-protestano/), dall'altro ci sono le istituzioni che emettono leggi e i tribunali sentenze.
Tra le ultime quelle del Tar Lombardia a favore dei limiti orari disposti dai Comuni della regione per sale e apparecchi da gioco. Il tribunale amministrativo ha infatti respinto le istanze cautelari presentate da due esercenti contro i regolamenti di Cantù (CO) e Paderno Dugnano (MI). Nel primo caso, quello di Cantù, la norma comunale impone lo stop agli apparecchi da gioco dalle 12 alle 18, nel secondo è vietata l'attività di sale e slot dalle 7.30 alle 9.0, dalle 12 alle 14 e dalle 19, alle 21. Secondo i giudici però non ci sono dubbi, "gli atti impugnati appaiono adeguati e proporzionati rispetto allo scopo di tutela della salute perseguito" e le fasce orarie garantiscono un "ragionevole contemperamento tra gli interessi economici dei gestori e il preminente interesse pubblico". Nel caso di Paderno Dugnano, inoltre, il Tar conferma che "l'attività istruttoria svolta dal Comune appare adeguata" e che non esistono prove che i limiti orari causino un rischio economico eccessivo per l'attività dei gestori.