Secondo uno studio del Codacons il 35% di chi gioca soffre di dipendenza dal gioco.
Al di là della scientificità di alcuni dati, e assicurando l’Acogi, un monitoraggio importante con l’Osservatorio sui giochi interno attivato da diversi mesi, è fondamentale in questo periodo storico riuscire a differenziare i giochi sulla base del rischio dipendenza che essi possono comportare proprio sulla base della tipologia stessa del gioco.
Ne ha parlato il Conagga, Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo che, durante il seminario "C'è gioco e Gioco" organizzato questa mattina a Milano dalla Toro Edizioni, ha presentato la sua esperienza sul campo maturata dal 2000 al 2013 e che ha visto la cura di 775 giocatori patologici.
Secondo i dati di quest’associazione nata proprio con la finalità di esplorare le dipendenze da gioco, solo il 21% dei giocatori sviluppano una forma di dipendenza patologica rispetto ad un solo gioco, mentre il 33% dei patologici è dipendente da due differenti giochi, con uno che rimane di gran lungo il preferito.
Una classificazione dei giochi legata al rischio “ludopatia” si può fare considerando il parametro della velocità del gioco come avviene con gli apparecchi da intrattenimento, e alle potenzialità attrattive della vincita immediata come con i Gratta&Vinci, sono proprio questi infatti i giochi nell’occhio del ciclone per i maggiori rischi a cui si espongono soggetti già fragili e inclini alla dipendenza.