Dopo la collocazione della dipendenza da gioco nell'alveo delle "malattie", il disturbo del controllo degli impulsi diviene oggetto di discussione nelle aule di Tribunale.
In particolare, i giudici della Corte di Appello di Trento, dopo l'annullamento con rinvio della Corte di Cassazione, hanno ridotto la pena ad un imputato riconoscendo applicazione nel caso di specie della "malattia da gioco" quale circostanza attenuante della pena. La dipendenza psicologica da gioco d'azzardo avrebbe compromesso la capacità di autodeterminazione dell'agente. L'uomo, condannato in primo grado a dieci anni di reclusione oggi beneficerà di una rideterminazione della pena in sei anni e otto mesi di reclusione.