Nella giornata del 7 aprile 2016, la Corte di Giustizia UE ha emanato una serie di ordinanze relativi al gioco d'azzardo, ricollegandosi ai principi contenuti, nelle sentenze: del 22 gennaio 2015 nella causa C-463/13 Stanley International Betting LTD e a. / Ministero dell'economia e delle finanze e del 28 gennaio 2016 C375/14 Rosanna Laezza.
Le questioni proposte alla Corte di Giustizia sono state le seguenti:
- Se i principi di cui ai trattati europei, di parità di trattamento e di effettività ostino a una normativa nazionale in materia di giochi d’azzardo che preveda una nuova gara per il rilascio di concessioni più brevi delle precedenti. La Corte ha ribadito che il diritto UE non osta al riallineamento temporale delle concessioni.
- Se gli stessi principi di cui ai trattati europei ostino a una normativa nazionale che impone al concessionario di giochi d’azzardo di cedere gratuitamente, al momento della scadenza della concessione, l’uso dei beni immateriali e delle attrezzature utilizzati per la raccolta delle scommesse.
I giudici italiani dovranno verificare la sussistenza di profili di violazione del pricipio di proporzionalità laddove si verifichi l'esistenza di un obbligo di cessione dei beni utilizzati nell’attività di raccolta gioco.