Gioco problematico: condannato per ammanchi ex dipendente comunale


2 luglio 2014 | Attualità
segnaposto

La Corte dei Conti ha condannato nei giorni scorsi un ex dipendente del Comune di Orsogna (CH), oggi in pensione, a restituire al Comune 60 mila euro.

A tanto ammonta infatti il buco nelle casse comunali nelle annualità del 2007- 2011.

L’uomo (nella sentenza è omesso il nominativo per tutelarne la privacy) si è giustificato sostenendo di essere affetto da "ludopatia", ovvero malato di gioco, e che questi soldi venissero prelevati dalle casse comunali proprio per questo motivo.

Sul caso negli anni scorsi è stata aperta anche una inchiesta penale per truffa e falso. Al dipendente è stato contestato il fatto di aver trattenuto per sé tributi comunali e di aver redatto e rilasciato false quietanze di pagamento delle imposte corrisposte dai contribuenti.

L’ex dipendente ha sempre ammesso le proprie responsabilità e in sede penale ha patteggiato la pena di un anno e 10 mesi di reclusione col beneficio della sospensione condizionale.

Questa storia non può che far riflettere sulla situazione di chi è affetto da dipendenza da gioco e su quello che si potrebbe fare per prevenire simili episodi.

Secondo i giudici infatti la malattia del gioco non può essere sufficiente per scagionare l’ex dipendente comunale: «allo stato degli atti non è in alcun modo dimostrato che la patologia fosse di consistenza, intensità e gravita tali da rendere il soggetto incapace di intendere e di volere o, comunque, di autodeterminarsi al momento della consumazione degli illeciti contabili tanto più che gli ammanchi hanno avuto inizio nel 2007 e sono proseguiti fino alla fine del 2011, fatta eccezione per alcune piccole somme relative ad operazioni (almeno formalmente) registrate nei primissimi giorni del 2012». Queste parole lasciano intendere quanto ancora sia fumoso il contorno specifico della malattia dal punto di vista sanitario e giuridico, un passaggio che andrebbe fatto dalla ricerca e dalle istituzioni perché casi simili non si verifichino ma anche, qualora accadano, possano essere definiti in maniera precisa senza presumere risvolti della malattia che ancora non sono del tutto conosciuti.


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