Ha rapinato una farmacia a Busto Arsizio (Varese), utilizzando poi il bottino, circa 2.500 euro, per giocare alle videolottery.
L'uomo, un 35enne milanese, è stato fermato dalla polizia a Rimini. Gli agenti del commissariato di Busto Arsizio lo hanno rintracciato in un albergo della località balneare, dove si era rifugiato in seguito alla rapina. Secondo l'accusa, lo scorso 2 agosto l'uomo era entrato in una farmacia armato di forbici, e aveva costretto una dipendente a consegnare l'incasso.
È sospettato di aver commesso altre tre rapine, tra il 2013 e il 2014, a Legnano, Cassano Magnago e Busto Arsizio. Gli agenti hanno accertato che il bottino dell'ultimo colpo, come ha ammesso il 35enne, è stato speso per giocare in alcune sale slot.
L'episodio purtroppo non è nuovo alla cronaca: molto spesso ci troviamo di fronte a notizie del genere, notizie di conflitti familiari dovuti alla richiesta di soldi per il gioco, o fatti di "piccola" criminalità finalizzata a reperire denaro da spendere al gioco. Serve informazione ma quando la malattia è conclamata serve anche cura. Il fatto che la ludopatia non sia stata ancora inserita nei Lea per mancanza di copertura economica è grave e smentisce l'interesse conclamato della politica verso chi davvero si è ammalato di gioco patologico.