"Fate in modo che al Sud non succeda quello che sta succedendo a noi. Voi avete la fortuna di avere il nostro esempio, vedere i nostri errori e quello che stiamo facendo per recuperare". E' l'audio drammatico di un cittadino bergamasco che in questi giorni gira sui vari canali, da WathsApp a Messanger. La testimonianza è di chi da più di un mese vive in guerra, una guerra contro un nemico invisibile, come tanti dicono, una lotta impari quella contro il Covid-19. Da Alzano a Nembro, da Dalmine a Stezzano, alla Bassa tutti, dati alla mano, smentiscono le cifre ufficiali sulle vittime. "Un capitale umano spazzato via in tre settimane o poco più - scrive l'Eco di Bergamo - La dimensione del dolore sovrasta i dati ufficiali diffusi ogni giorno da Regione e Protezione civile: solo ieri 226 morti in Bergamasca, per un totale di 951. Numeri inattendibili, parziali, perché ormai la realtà è molto più drammatica dei freddi calcoli. Basta parlare con qualsiasi primo cittadino, dalle valli alla Bassa, per rendersi conto che senza un monitoraggio attraverso i tamponi le cifre contano poco". Troppa gente muore in casa ormai, o nelle case di riposo, nell'anonimato.
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