L'opinione pubblica freme nell'apprendere quotidianamente notizie di derive patologiche relative al gioco, e l'intervento di enti locali, associazioni, industria è diventato un obbligo, non solo come bandiera politica ma anche per mettere in campo strumenti concreti che possano contrastare l'insorgenza di fenomeni di ludopatia, in particolare per le fasce più deboli della popolazione. E queste iniziative si stanno diffondendo presso altre realtà che cercano di mettere paletti tali da disincentivare un approccio non sano alla pratica del gioco. Un esempio in questo senso viene dal Gruppo bancario Bper che ha emanato una circolare, rivolta ai propri 12 mila dipendenti, con cui si definiscono delle iniziative per informare, prevenire e avviare attività di contrasto riguardo al GAP (Gioco d'azzardo patologico). Tra queste c’è il blocco dei conti dei clienti che risultano affetti dalla patologia del gioco. La banca è convinta che «un’azienda socialmente responsabile deve essere consapevole che i suoi comportamenti hanno, direttamente o indirettamente, un impatto sulla comunità nella quale opera». Ma tra le iniziative non ci sono solamente informative e progetti di “educazione finanziaria” o la pubblicazione di articoli informativi sul tema, destinati alla clientela e ai soci Bper, ma si prevede anche l’inibizione di operazioni di pagamento presso esercizi o siti internet classificati nella categoria merceologica gambling; risultano invece abilitate le carte prepagate ricaricabili e le carte di credito “black” (destinate ad un segmento di clientela facoltoso). La finalità sociale di quest’iniziativa è innegabile, come lo è quella di garantirsi da parte del gruppo bancario un rapporto sereno con la clientela soprattutto dal punto di vista delle transazioni finanziarie.