“Il gioco d’azzardo non ha età”: è questo il tema della conferenza che si terrà domani ad Avezzano, organizzata dalla Fipac, la Federazione dei Pensionati di Confesercenti, in collaborazione con Ancescao.
La dipendenza da gioco d'azzardo è ormai un fenomeno altamente diffuso nel nostro Paese ed è indubbio che la crisi sia stata una delle cause principali che hanno portato alla crescita di questo fenomeno. In Italia, solo nel 2012 il fatturato del gioco ha raggiunto quota 87 miliardi, contro gli 80 dell’anno precedente, di questi, solo 16 miliardi sono state distribuite in vincite.
Secondo uno studio della Fipac, gli italiani affetti da dipendenza da gioco sono più di 800 mila. Molti di questi sono anziani: si stima, infatti, che 1.700.000 over 65 siano giocatori, di questi però bisogna distinguere tra problematici e patologici. I primi, rappresentano circa 1.200.000 della popolazione anziana giocatrice, mentre i casi di giocatori d’azzardo patologici sono circa 500 mila. Complessivamente, gli anziani giocano 5,5 miliardi di euro, circa 3200 euro l’anno e 266 euro al mese. Questo dato medio oscilla tra i 100 euro spesi da i giocatori anziani non patologici e i 400 di chi è ormai è malato.
Le soluzioni
Per evitare che i numeri di pensionati malati di gioco crescano, un primo passo potrebbe essere che le organizzazioni e le istituzioni riescano a collaborare, per fare una buona prevenzione verso quei soggetti che mostrano la patologia. Il gioco ha bisogno, nella società italiana, di essere inquadrato prima di tutto sotto un aspetto ludico, di passatempo e divertimento. Il concetto condiviso di divertimento non deve diventare però grave problema e, appunto, una dipendenza.