L'Acogi a Taranto con Christian De Sica


9 novembre 2014 | Acogi per il sociale
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L'Acogi oltre i giochi, ma non del tutto. Dopo la sponsorizzazione di eventi culturali e sportivi, l'Associazione presieduta da Ugo Cifone, dimostra ancora il proprio interesse per importanti manifestazioni di carattere artistico. Lo conferma l'accordo raggiunto con il Teatro Palamazzola di Taranto per la sponsorizzazione dello spettacolo "Cinecittà" di Christian De Sica che sta entusiasmando i teatri italiani e che, il 12 marzo 2015 approderà nel teatro della città antica colonia della Magna Grecia.

La magia degli Studios di Cinecittà rivive in un appassionante spettacolo scritto da uno dei suoi "figli": Christian De Sica. Il regista e attore romano sta portando a teatro un musical elegante che omaggia, tra comicità e sentimento, i personaggi e i film che hanno reso grande il cinema italiano nel mondo.

Il legame tra Christian e la città del cinema è intenso ed è meravigliosamente espresso nello spettacolo soprattutto quando l'attore parla del padre Vittorio, della madre Maria Mercader, dello "zio" Alberto Sordi e di tanti amici che ha potuto conoscere e amare, come il grande Roberto Rossellini e l'indimenticabile Federico Fellini.

La scelta di questa partnership, per l'Acogi, non è casuale e si inserisce nell’attività di comunicazione che l'associazione sta portando avanti a favore del gioco responsabile e della conoscenza dei rischi del gioco patologico per i minori e per i soggetti con particolari predisposizioni psicologiche e socioculturali allo sviluppo della dipendenza da gioco.

Christian De Sica, ripercorrendo la sua vita a Cinecittà, rivive il rapporto con suo padre, Vittorio De Sica di cui è nota la grande passione per il gioco, per la quale si trovò a volte a perdere somme anche ingenti.

Una passione che non nascose mai e che anzi riportò, con autoironia, in diversi suoi personaggi cinematografici, come ad esempio in Il conte Max o L'oro di Napoli.

In un'autobiografia pubblicata nel 2008 dal titolo "Figlio di papà", Christian De Sica racconta come il padre lasciò la famiglia in gravi difficoltà economiche dopo aver sperperato al gioco tutte le sue sostanze. Viene ricordata e confermata la smania per il gioco che caratterizzava il grande genio di Vittorio De Sica: "Lui si giocava sempre tutto - racconta Christian - pure le paghe dei colleghi, faceva debiti, per lui era adrenalina. Ma era un giocatore elegante. Per le vacanze ci faceva scegliere tra Sanremo, Venezia, Montecarlo e Campione".

È fondamentale sottolineare come vi sia, nel riconoscere la dipendenza dal gioco, da parte dei figlio di Vittorio De Sica, la consapevolezza di un disagio che il padre viveva: Manuel, fratello di Christian, ha infatti definito il rapporto di suo parte con il gioco come un modo per evadere da un disagio che lacerava Vittorio nel profondo, una fuga dalla verità, una via d'uscita da un qualcosa che lo angosciava nell'anima.

Spunti che confermano la necessità di una efficace prevenzione del gioco patologico a cui istituzioni, enti locali, associazioni e cittadini possono partecipare e di cui l'Acogi si fa promotore in molte attività ed eventi promossi sul territorio pugliese.


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